Mole Antonelliana di Torino, info, mappa e fotografie - Torino mappe turistiche attrazioni

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BIGLIETTI MOLE ANTONELLIANA
MOLE ANTONELLIANA
La Mole Antonelliana è un monumento di Torino, situato a nord-est del centro storico, icona della città e uno dei simboli d'Italia.

Prende il nome dall'architetto che la progettò, Alessandro Antonelli. Raggiungendo un'altezza di 167,5 metri è l'edificio più alto del profilo centrale urbano del capoluogo piemontese.

Per lungo tempo, la Mole fu anche l'edificio in muratura più elevato d'Europa; tuttavia, nel corso del Novecento, importanti ristrutturazioni la irrobustirono con cemento armato e travi in acciaio, per cui essa non può più essere considerata una struttura esclusivamente in muratura.

Al suo interno oggi è ospitato il Museo Nazionale del Cinema, molto frequentato tutto l'anno.

  • La struttura
La forma del monumento è particolare e unica, frutto di un'azzardata e singolare tecnica architettonica eclettica ottocentesca, tipica dello stile artistico misto e rivoluzionario, caratteristico della fantasia di Alessandro Antonelli.
La massiccia parte inferiore, costruita esclusivamente in muratura, risulta con una base quadrata di dimensioni maggiori rispetto ai moduli sovrapposti. L'ingresso della struttura viene evidenziato da un pronao esastilo, con colonne in stile architettonico neoclassico, mentre l'austerità dei prospetti del basamento è scandita da pilastri alternati a semicolonne e stemperata da ampie superfici vetrate nel registro superiore.
La copertura è a falde ripetute su tutti i lati, che si raccordano al modulo centrale suddiviso in due registri; in quello sottostante vi è il loggiato, che presenta 20 colonne per ciascun lato, mentre quello superiore è caratterizzato da vetrate semicircolari.
Entrambi i registri riportano vistose cornici marcapiano.
Al di sopra del basamento si eleva la grande cupola, caratterizzata dalla volta allungata con pareti convesse in muratura autoportante. È formata da una sorta di guscio, costituito da pareti perimetrali inconsuetamente sottili (appena 12 cm di spessore), separate tra loro da un'intercapedine di 2 metri.

La cupola è sovrastata da una struttura denominata "tempietto", che ripropone il tema sottostante del colonnato. Essa è posta a metà altezza, a quota 85,24 m ed è raggiungibile mediante un elevatore senza guide fisse, che risale dal centro dell'atrio sottostante, dando ai visitatori una panoramica interna della cupola a 360 gradi. Di forma quadrata, la struttura del "tempietto" è sorretta da due ordini di 6 colonne per lato ed è disposta su due piani ma l'accesso ai turisti è consentito soltanto a quello sottostante.

Sopra la struttura mediana di si staglia la lunga guglia, costituita da una cuspide assai sviluppata in altezza che si ispira all'architettura neogotica. Per tal motivo, fu giudicata un bizzarro tentativo di mediare tra forme neoclassiche e neogotiche, miste alle innovazioni tecnologiche del tempo.
Già lo stesso Antonelli sperimentò l'impiego del ferro, sfruttato in tutte le sue potenzialità strutturali, senza però tralasciare il linguaggio architettonico tradizionale. La guglia venne successivamente rinforzata con l'impiego dell'acciaio a seguito del rovinoso nubifragio del 1953.
Il resto della guglia, oggi inaccessibile ai turisti, termina poi con 3 terrazzini circolari a 8 colonne, sovrastati da altri 3 analoghi in metallo e altri 6 piccoli circolari in cemento armato, fino alla stella a 12 punte posta in cima.

  • Storia
La costruzione della Mole iniziò nel 1863. Nel 1848, con la promulgazione dello Statuto Albertino, da parte di Carlo Alberto, fu concessa la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche. La comunità ebraica torinese acquistò il terreno nella zona chiamata, all'epoca, la "Contrada del cannon d'oro" (l'attuale via Montebello), per erigere un nuovo tempio con annessa scuola. Il progetto originale prevedeva un edificio alto solo 47 metri. La scelta di Antonelli come architetto però, si rivelò infelice per la comunità ebraica, perché questi propose una serie di modifiche che prevedevano l'innalzamento della costruzione a 113 metri, ben oltre i 47 metri proposti inizialmente per la cupola. Tali modifiche, l'allungamento dei tempi di costruzione e i maggiori costi, risultarono sgraditi alla comunità ebraica che nel 1869, per mancanza di fondi, fece quindi terminare i lavori con un tetto piatto provvisorio a circa 70 metri di altezza.

Sin dalla sua costruzione, l'opera soffrì di problemi strutturali, data la dimensione areale relativamente ridotta della base e il notevole peso che doveva sopportare. Il terreno di Via Montebello su cui sorge, fu un antico bastione di mura della città, fatto demolire per ordine di Napoleone Bonaparte all'inizio dell'Ottocento, rendendo quindi il terreno più instabile.
Già lo stesso Antonelli, in pieno avanzamento lavori, dovette concepire un intelligente sistema di catene di contenimento, tiranti in ferro e intreccio di archi in mattoni. Si trattava, in pratica, di un significativo rinforzo strutturale ottenuto con accorgimenti tecnici atti a gravare in modo trascurabile sulla struttura.

Nel 1873 la comunità israelita, delusa da tutti questi problemi e costi aggiuntivi, barattò l'opera con il Comune di Torino, che cedette ad essa un terreno in quartiere San Salvario, per costruire l'attuale sinagoga, e che si fece carico dei costi di ultimazione della Mole (circa 40.000 lire di allora), per dedicarla al re d'Italia Vittorio Emanuele II.

Alessandro Antonelli riprese i lavori nel 1873, sempre con una serie di modifiche in corso d'opera (ispirandosi alla terminazione appuntita neogotica di un'altra sua importante opera precedente, la cupola della Basilica di San Gaudenzio, simbolo di Novara), portò l'altezza complessiva fino a 146 e poi fino 163,35 metri (la statua del genio alato, posta successivamente, le fece raggiungere i 167,5 metri), facendola diventare così l'allora edificio in muratura più alto del mondo e, per tal motivo, fu chiamata Mole; perse questo primato il 23 maggio 1953, quando la guglia originaria crollò e il titolo passò quindi alla Philadelphia City Hall, alta solo mezzo metro meno della Mole.

Nel 1884 la Città di Torino ospitò la prestigiosa fiera artistica dell'Esposizione universale; per questo evento, nonostante la punta della Mole fosse ancora in costruzione, una piccola mongolfiera della ditta Gondrand proponeva un viaggio in cima al prezzo di 5 lire.

Poi, il terremoto di Torino del 23 febbraio 1887, sebbene di lieve entità, fece emergere ulteriori problemi strutturali, che fecero apportare continue modifiche durante la fase sua finale di costruzione, per consentire al terreno di completare senza danni il processo di consolidamento sotto carico.

Antonelli lavorò con dedizione alla Mole fino alla sua morte, avvenuta nel 1888; diventò leggendaria quella sorta di rudimentale ascensore azionato da una carrucola che portava il quasi novantenne architetto a diverse decine di metri d'altezza per verificare personalmente lo stato dei lavori. Ma egli non riuscì a vederne mai il completamento; la punta della guglia fino a 163 metri fu soprattutto curata dal figlio, Costanzo Antonelli, e dal suo allievo, Crescentino Caselli, che in quello stesso periodo si stavano altresì occupando del consolidamento del campanile della Chiesa di Santo Stefano a Venezia.

La Mole fu quindi inaugurata il 10 aprile 1889, con la posa sulla guglia di una statua raffigurante un grande genio alato con una stella sulla testa, alto complessivamente circa 4 metri e colorato in oro, che i torinesi identificarono con un "angelo", e portando quindi tutta l'altezza complessiva della Mole a 167,5 metri.

Una volta inaugurata, la Mole divenne la sede del Museo del Risorgimento. L'architetto Annibale Rigotti decorò successivamente gl'interni tra il 1905 e il 1908. Fu anche una delle prime costruzioni ad essere illuminata di notte, all'epoca attraverso lampade a gas.

La statua del genio alato, collocata sulla punta del monumento, venne abbattuta da un nubifragio, probabilmente da un fulmine, il giorno 11 agosto 1904, rimanendo però prodigiosamente in bilico sul terrazzino sottostante, malgrado le sue tre tonnellate di peso; la statua è stata conservata, è visibile all'interno della Mole e viene regolarmente scambiata per quella di un angelo.

Al posto del genio alato, l'anno dopo fu posta una stella a cinque punte, di forma simile a quella originale sulla testa del genio, di circa quattro metri di diametro, ad opera dell'ingegner Ernesto Ghiotti, l'allora capo dei lavori pubblici del Comune di Torino.

Poi, a partire dal 1931 e nel corso dei successivi anni, fu necessario predisporre possenti rinforzi in calcestruzzo armato a tutto l'edificio, su progetto degli ingegneri Pozzo, Gilberti e Albenga, per sorreggere in sicurezza tutta la volta. La nuova struttura coprì per buona parte l'originale muro in mattoni e le varie decorazioni.

Una volta trasferito il Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano nell'anno 1938, la Mole fu usata solo come sede di mostre estemporanee.

Durante la seconda guerra mondiale la Mole scampò miracolosamente ai danni dei bombardamenti, specialmente quelli del 6 dicembre 1942, che colpirono molti obiettivi militari nella vicina via Verdi e distrussero l'antistante Teatro di Torino, allora sede dell' Auditorium dell'EIAR.

Il 23 maggio 1953, alle ore 19:25, un altro violentissimo nubifragio, verosimilmente una tromba d'aria, fece spezzare e precipitare ben 47 metri della guglia nel piccolo giardino sottostante della sede RAI, ma senza provocare danni alle persone.

I lavori di ricostruzione della guglia della Mole furono relativamente veloci (1955-1960), ma lo scheletro non fu più in sola muratura, bensì in armatura metallica rivestita di pietra, riportando quindi tutta l'altezza (comprensiva di stella) a quota 167,5 m.; la nuova stella, rinforzata rispetto alla prima, aveva ancora un diametro di circa 4 metri ed era colorata in oro; non più a cinque punte, bensì tridimensionale, a 12 punte.

Terminati tutti questi lavori, per l'inaugurazione si attese il giorno 31 gennaio 1961, in concomitanza alle cerimonie per l'anniversario dei cento anni dell'Unità d'Italia. Il nuovo progetto d'illuminazione notturna fu realizzato dall'ing. Guido Chiarelli.

Nel 1964 fu anche progettato e costruito il primo ascensore per turisti per giungere fino al Tempietto, dal quale si gode tutta la vista panoramica sui quattro punti cardinali. Per motivi di sicurezza fu chiuso l'accesso alle strette scalette a zig-zag per salire dentro la guglia e, qualche decennio dopo, furono altresì installate delle sbarre di protezione al balcone del Tempietto per evitare incidenti o tentativi di suicidio da parte di mitomani.

Durante i successivi lavori di consolidamento fu deciso di stabilizzarne l'interno con enormi archi di cemento, che però snaturavano completamente l'interno dando uno sgradevole senso di claustrofobia; tra l'altro si erano levate anche voci critiche, che temevano che la troppa rigidità data alla struttura con questa cementificazione risultasse addirittura dannosa, riducendone la possibilità di oscillazioni elastiche ed avendo, secondo alcuni, influito sul crollo della guglia nel 1953, a causa della modifica delle risposte dinamiche alle sollecitazioni esterne subite dalla costruzione.

Se il primo ascensore all'interno della Mole fu costruito nel 1964, nel 1987, anno della fine della ulteriore ristrutturazione dell'edificio, fu costruito un secondo impianto, questo attivo fino al 1996, quando la Mole venne ripensata come una sede permanente del Museo Nazionale del Cinema.
L'attuale ascensore panoramico, gestito dal GTT ed entrato in funzione nel luglio del 2000, è dotato di pareti laterali totalmente trasparenti, in cristallo di sicurezza, ed è sollevato mediante 4 funi in acciaio che scorrono su guide che garantiscono l'assenza di oscillazioni durante la risalita. La corsa della cabina si compie in circa 1 minuto, alla velocità di circa 1,5 m/s (5,4 km/h); si arriva al primo livello terrazzato, a 85 metri, il famoso Tempietto.

Dopo i 4 anni 1996-2000 di chiusura per ristrutturazione, necessari sia per rinnovare l'ascensore che per eliminare parte degli archi di sostegno in cemento, la Mole diventò la sede permanente del Museo Nazionale del Cinema, che ad oggi ospita reperti quali macchine ottiche pre-cinematografiche, lanterne magiche e pezzi provenienti dai set cinematografici dei primi film italiani e non, in un allestimento alquanto suggestivo.

Dal 1998, in occasione della ridefinizione dell'illuminazione esterna e della nascita della manifestazione Luci d'Artista, sul fianco della cupola si può vedere un'installazione di Mario Merz, Il volo dei numeri, con l'inizio della serie matematica numerica di Fibonacci, che s'innalza verso il cielo. Alla sera, si illumina di rosso durante particolari eventi o particolari periodi di festeggiamenti della città.

Nel 2011, in occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, fu posto un tricolore italiano illuminato, costituito da tre quadrati verde-bianco-rosso asimmetrici tutt'intorno, immediatamente sopra il Tempietto, progettato da Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servettoche. Il tricolore è stato acceso simbolicamente dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano da Roma, per l'apertura ufficiale delle celebrazioni e fu poi rimosso nel 2013, dopo essere stato tenuto acceso oltre il termine previsto per le celebrazioni, a seguito di petizione popolare sul quotidiano La Stampa.

Negli ultimi anni, sono scoppiate numerose polemiche, tuttora in corso, per la delibera torinese sulla costruzione di edifici più alti della Mole.
Il Grattacielo Intesa-Sanpaolo, in zona Cit Turin, è attualmente a 167,25 metri, mentre il Grattacielo della Regione Piemonte, in zona Nizza Millefonti, secondo il progetto dovrebbe raggiungere i 205 metri.

  • Curiosità
Simbolo di Torino, anch'essa viene inserita nell'affascinante contesto dei monumenti misteriosi della città magica, per la bizzarra forma tra una pagoda allungata e una piramide, come fulcro di energie esoteriche, o semplicemente per la sua strana storia e le vicissitudini che ne hanno accompagnata la costruzione.

All'interno della Mole Antonelliana è stata girata gran parte del film Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, nel quale la Mole è una simbolica co-protagonista.

Un disegno della Mole Antonelliana compare nella sigla di chiusura del lungometraggio di Hayao Miyazaki Porco Rosso.

Una cartolina raffigurante lo skyline della città di Torino e quindi la Mole Antonelliana compare nelle prime scene del film Turistas (2006), di John Stockwell.

Con l'ingresso della moneta unica dell'Euro, nel 2002 la Zecca di Stato italiana coniò erroneamente il retro di un centinaio di monete da un centesimo con la Mole Antonelliana (che invece andava correttamente su quelle da 2 centesimi), anziché il noto monumento di Castel del Monte, in Puglia. Ognuna di queste errate monete è stata valutata dai numismatici più di 2500 euro; la stessa Mole fu ripresa nel logo dei XX Giochi olimpici invernali 2006, che mostra la sagoma della Mole stilizzata con cristalli di ghiaccio bianchi e azzurri, neve e cielo, che formano una rete, simbolo dello spirito olimpico (un altro simbolo, più classico e meno stilizzato, è stato presentato durante la candidatura). Sempre in occasione delle Olimpiadi invernali 2006 fu coniato un 2 euro commemorativo, sul cui sfondo del verso compare la Mole, e fu altresì emesso un francobollo da 0,62 € che la raffigura.

Tratto e rielaborato da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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